Matteo Della Bordella torna in Patagonia

Matteo Della Bordella torna sul Cerro Torre

Dopo un anno di stop Matteo Della Bordella è ripartito alla volta della Patagonia insieme ai Ragni Matteo De Zaiacomo e David Bacci.

Dopo un anno di assenza, Matteo Della Bordella torna in Patagonia per concludere quanto iniziato con Matteo Pasquetto e Matteo Bernasconi sul Cerro Torre: l’apertura di una nuova via in stile alpino lungo la parete est.

Matteo Della Bordella e l'avventura del Cerro Torre

Una spedizione importante, la prima dopo quel 2020 che ha segnato le vite di tutti noi, ma soprattutto dei “tre Matteo”. Di quella cordata di amici, dalle vite e dal carattere tanto diversi quanto accomunati da una fiducia totale in parete. A distanza di pochi mesi, e in circostanza tanto diverse quanto inspiegabili, perdono la vita prima Matteo Bernasconi e poi Matteo Pasquetto.

"Oggi la nostra cordata non esiste più e riprendersi da un colpo del genere è un cammino difficile” spiega Matteo. “Tuttavia, preferisco pensare a ciò che mi è stato dato, piuttosto che a ciò che mi è stato tolto. I momenti vissuti, le emozioni condivise, i sogni ambiti assieme ai due amici sono tra i regali più belli che la vita abbia potuto farmi".

Matteo, per questo nuovo tentativo, ha scelto di legarsi ai compagni dei Ragni di Lecco Matteo De Zaiacomo e David Bacci. Per De Zaiacomo, con all’attivo numerose spedizioni extraeuropee, si tratta della prima esperienza patagonica.

Matteo insieme ai compagni Ragni di Lecco, Matteo De Zaiacomo e David Bacci

L’idea dell'esplorazione del Cerro Torre

Il progetto di una nuova via lungo la parete est del Cerro Torre viene a Matteo Della Bordella e Matteo Bernasconi. I due formano una delle cordate più forti del panorama alpinistico internazionale e all’attivo hanno già diverse salite estreme, oltre che eleganti, come la ovest della Torre Egger e il Cerro Murallon. Conoscono la Patagonia come le loro tasche e ben presto l’occhio si posa sulla est del Torre, dove corre evidente un grande diedro, chiamato "Diedro degli Inglesi" per il tentativo portato avanti da Philip Burke e Tom Proctor tra il 1979 e il 1980. "Una via che avrebbe sugellato il nostro rapporto come amici, come alpinisti e come cordata".

Il diedro corre, evidente, lungo il fianco destro della parete est per alcune centinaia di metri fino sbucare sulla cresta ovest, dove incontra la Via dei Ragni. Durante il loro tentativo Burke e Proctor sono riusciti a salire in alto, rinunciando ad appena 40 metri dalla cresta.

Il progetto: aprire una nuova via lungo la parete est del Cerro Torre

Primo tentativo di Matteo Della Bordella sul Cerro Torre - estate australe 2018/2019

Il progetto della nuova via parte subito con una regola chiara, quella stessa che forma il fondamento dell’alpinismo di Matteo: stile alpino e mezzi leali. Un sogno, "che non poteva essere soltanto nostro. Solamente aprendo la cordata a un giovane alpinista, a una persona dalla smisurata voglia di conoscere e mettersi alla prova, a qualcuno con una visione nuova e diversa dalla nostra, avremmo potuto trasformare questo sogno in un’avventura concreta". Ecco allora che fa la sua comparsa Matteo Pasquetto. Varesotto, aspirante guida alpina, giovane, carico di talento e voglia di mettersi in gioco.

Alla fine in quella stagione 2018/2019 per la Patagonia partono solo Della Bordella e Pasquetto. Bernasconi viene allettato da una frattura al ginocchio. "Con Matteo abbiamo portato avanti un gran tentativo, salendo circa 800 metri di parete fino oltre la metà del diedro. Alla fine non siamo riusciti a chiudere la via, ma la nostra rinuncia è stata ricca di insegnamenti e di speranze per il futuro". In più, confida Della Bordella, “guardando Matteo scalare ho provato un po’ di sana invidia: 10 anni in meno sulla carta d’identità, l’entusiasmo, l’irruenza e la cocciutaggine dei vent’anni, ma un livello tecnico e mentale da trentenne. Sarebbe stato il nostro asso nella manica per fare il salto di qualità”.

Secondo tentativo - Estate australe 2019/2020

La cordata dei tre Matteo (Bernasconi, Della Bordella, Pasquetto) si ricompone per un nuovo tentativo nella stagione 2019/2020. Una stagione complicata, dove nulla sembra andare per il verso giusto. Quando i tre arrivano sotto al Torre si rendono subito conto di quanto possa essere rischioso approcciarlo con le condizioni del momento: gli ultimi 400 metri finali erano ricoperti da uno spesso strato di ghiaccio. "Tentarlo sarebbe stato oltremodo pericoloso". Accantonato quindi il progetto i tre Matteo si sono dedicati a un nuovo obiettivo riuscendo nell’apertura di una nuova linea sullo spigolo Nord dell’Aguja Standhardt "800 metri di via nuova, lungo strapiombi, placche e un diedro ad angolo retto dalla geometria perfetta, che battezzammo Il dado è tratto. Una salita una salita che oggi assume un valore ancora più grande, perché è stata l’ultima avventura vissuta insieme".

Matteo Della Bordella: secondo tentativo - estate australe 2019/2020
La risalita del Cerro Torre oggi

"Eccomi qui, nuovamente pronto a partire per l’emisfero australe, con in tasca un sogno, con qualche consapevolezza in più e con la voglia di ritentare la nostra linea sul Cerro Torre, perché scalare le montagne è la cosa che ho deciso di fare nella mia vita e perché, si sa, i sogni sono più belli quando diventano realtà".

Matteo è atterrato ieri sera a Buenos Aires, dove ha iniziato il lungo viaggio via terra che lo porterà a El Chaltén, la sua casa per i prossimi mesi di avventura. Con lui i Ragni Matteo De Zaiacomo e David Bacci, tutti mossi dall’obiettivo di vivere una grande esperienza in montagna e di portare a termine il progetto non solo per se stessi, ma anche per lasciare un ricordo indelebile dei loro compagni andati avanti prima del tempo.